Zero gravity o – in italiano – assenza di gravità è una condizione che in pochi hanno avuto la fortuna di sperimentare, non è quindi scontato intuire quali possano essere i benefici.
Abbiamo già visto come la forza di gravità agisce sul nostro corpo e sulla nostra postura, vediamo allora cosa accade in sua assenza e come questo aspetto può tornarci utile per migliorare il movimento e il nostro benessere generale.
Ovviamente l’assenza della gravità non è – in realtà – una condizione per la quale corpo umano è stato progettato.
Cercherò di non entrare troppo nei dettagli, ad ogni modo indipendentemente dalle iniziali sgradevoli reazioni di adattamento del corpo a gravità zero, tutti gli astronauti hanno riconosciuto di averne beneficiato ma cosa più interessante hanno percepito una sensazione di libertà e di euforia mai provata prima.
Come accennato la zero gravity genera, nei primi 3 giorni di permanenza, disagi e malessere perché il senso dell’orientamento è il primo a confondersi (l’orientamento gravitazionale viene omesso). Il principale fattore è dovuto al fatto che l’organo vestibolare è “confuso” proprio dall’assenza di gravità, infatti il vestibolo è il principale organo di senso per quanto riguarda la direzione gravitaria e le altre accelerazioni lineari che sperimentiamo quotidianamente sulla Terra.
In pratica il vestibolo è disattivato: in questa condizione l’uomo si può orientare solo visivamente, perché il sistema vestibolare non fornisce alcuna informazione utile e viene quindi ignorato. Tuttavia il corpo si adatta rapidamente a questa nuova condizione nel giro di pochi giorni.
La cosa interessante per quanto riguarda i benefici sul corpo e sulla mente è che la zero gravity è una condizione molto comoda per il corpo umano, infatti i movimenti possono essere eseguiti completamente senza sforzo e il corpo può rimanere completamente rilassato.
Le ossa non devono supportare alcun peso e i muscoli non devono lavorare contro la forza di gravità ed è per questo che nello spazio tendono ad atrofizzarsi, questo non è un problema durante i soggiorni brevi ma durante periodi di lunga durata una significativa perdita di massa muscolare e ossea può essere misurata (ecco perché gli astronauti devono fare esercizio fisico durante la loro permanenza).
In realtà questo processo è un adattamento del corpo al nuovo ambiente e può causare problemi al ritorno sulla Terra, quando il corpo deve riprendere il suo uso in presenza della gravità terrestre.
Quello che risulta interessante in funzione della nostra analisi riguarda il fatto che in assenza di gravità la postura del corpo migliora, ma è ancora più interessante notare che questi cambiamenti sono molto simili a ciò che avviene in un corpo bilanciato sulla forza di gravità: le braccia galleggiano davanti al corpo leggermente piegate, la parte superiore del tronco è leggermente curvo e le gambe sono anch’esse leggermente piegate.
Non tutti hanno la possibilità di fare un’esperienza a gravità zero, è possibile però provare un effetto simile in acqua dove il corpo naturalmente tende a posizionarsi in una posizione simile.
Certo non possiamo pensare di vivere in acqua, “galleggiare” non è una soluzione sostenibile. Ecco perché è importante riacquisire il movimento naturale.
Mediante le procedure della Tecnica Alexander è possibile riscoprire modalità di movimento meno dispendiose e in sintonia con la forza di gravità. Questo procedure includono posizioni di vantaggio meccanico come la cosiddetta “scimmia” (monkey position) e il “riposo costruttivo” (constructive rest).
Anche durante l’esecuzione di questi processi è osservabile un portamento analogo a ciò che avviene a gravità zero.
Nello spazio – a zero gravity – la colonna vertebrale si estende di alcuni centimetri, perché il corpo è meno soggetto a un uso scorretto del corpo e non deve continuamente combattere l’influenza della gravità.
Tra l’altro in tutti noi è riscontrabile al mattino una statura maggiore rispetto alla sera perché di notte quando siamo sdraiati i dischi spinali non sono soggetti ad alcun carico. Questo è misurabile!
E’ inoltre interessante notare come nello spazio le persone russano di meno, perché il palato molle e i tessuti della bocca, del naso e della gola cedono di meno.
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