Tra i disordini del movimento il Morbo di Parkinson è in assoluto il più frequente. Si tratta di una malattia neurodegenerativa caratterizzata da un’evoluzione piuttosto lenta, ma progressiva che coinvolge le strutture cerebrali profonde che permettono la corretta esecuzione dei movimenti.
Si manifesta quando la degenerazione dei neuroni, presenti in un’area del cervello chiamata “sostanza nera”, causa un calo consistente della dopamina che influisce su funzioni come la memoria, il movimento, l’attenzione, l’inibizione, il sonno, l’apprendimento, l’umore e il comportamento.
I principali segnali del Morbo di Parkinson si manifestano, generalmente, in modo asimmetrico, un lato del corpo risulta cioè più interessato dell’altro. Tra i sintomi motori si segnalano: tremore a riposo, rigidità, lentezza dei movimenti, disturbo dell’equilibrio.
L’unico rimedio raccomandato dal National Institute for Health and Care Excellence (NICE) volto a migliorare il movimento quotidiano per le persone affette dal morbo di Parkinson è la Tecnica Alexander”
Parkinson’s UK Policy Statement
Il lavoro della Tecnica Alexander non è fisico, non è un modello terapeutico: è un modello educativo. La sola ragione per cui l’insegnante usa le mani quando insegna è per permettere allo studente di imparare più velocemente.
Sebbene la Tecnica Alexander non possa chiaramente invertire la causa della malattia, può essere di grande aiuto per ottimizzare al massimo le risorse ancora disponibili insegnando, attraverso l’esperienza, come muoversi in modo più efficace ed efficiente, migliorare l’equilibrio e la coordinazione oltre ad aiutare a gestire l’ansia.
Il Policlinico dell’Università di Westminster (Londra) ha condotto uno studio controllato per il Morbo di Parkinson dove ha dimostrato che le lezioni di Tecnica Alexander portano ad una migliore capacità di svolgere le attività quotidiane rispetto alle attività riabilitative tradizionali. Un altro risultato, che però merita ulteriori approfondimenti, è stata la minore necessità di cambiare il dosaggio dei farmaci, che in questa malattia tende ad aumentare progressivamente. I partecipanti hanno anche riferito miglioramenti soggettivi nell’equilibrio, nella postura e nel cammino, come anche maggiori abilità pratiche e una riduzione dello stress.
Collaboro regolarmente con studenti affetti da Parkinson i quali trovano che la Tecnica Alexander li aiuta davvero a ridurre i loro tremori, a migliorare la coordinazione, la respirazione e la loro sicurezza.
Come la Tecnica Alexander può aiutare nel Parkinson?
Una volta addestrato a funzionare correttamente il corpo può muoversi più liberamente e questo porta enormi benefici se il tuo movimento e il tuo equilibrio sono compromessi dal Morbo di Parkinson.
Praticare la Tecnica può aiutare a fronteggiare svariati sintomi come tremore, dolore, linguaggio, affaticamento e depressione, ma ogni persona reagirà in modo diverso.
Cosa devo aspettarmi dalle lezioni?
La Tecnica Alexander è generalmente più efficace se insegnata su base individuale perché offre la migliore opportunità per correggere le abitudini di movimento. Le lezioni prevedono anche del movimento, quindi è preferibile un abbigliamento non restrittivo, è inoltre necessario rimanere a piedi scalzi.
Il numero di lezioni che fai dipenderà dalle tue esigenze e dai tuoi obiettivi individuali, ma un ciclo di 20-30 lezioni regolari da 30-40 minuti può fornire una buona base per la maggior parte delle persone. All’inizio potresti essere invitato a frequentare più lezioni alla settimana, riducendole successivamente a una volta alla settimana.
Attraverso l’esperienza e il rilascio delle tensioni, imparerai a migliorare la tua coordinazione in modo da generare meno tensioni muscolari e, cosa più importante, imparare a gestirle e a prevenirle. Con la pratica sarai in grado di usare questa comprensione in attività più complesse nella tua quotidianità..
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