Raddrizzare la schiena è davvero possibile?
Sarebbe meglio chiedersi… è davvero importante – per il nostro benessere e la nostra salute – sforzarsi per mantenere la schiena dritta? O forse è un’idea che ci hanno ripetuto fin da piccoli. Così come l’idea che fare sport migliori per forza la qualità della nostra schiena.
La Tecnica Alexander ci offre tutto quello che abbiamo sempre cercato in un sistema di educazione fisica: sollievo da tensioni dovute a posizioni scorrette e un costante miglioramento della salute fisica e mentale
Aldous Huxley
I nostri riflessi posturali che durante la prima infanzia funzionano meravigliosamente e che in ogni attività ci offrono supporto ed equilibrio contro la forza di gravità spesso subiscono delle restrizioni a causa di tensioni che sviluppiamo negli anni, queste spesso diventano parte del nostro modo di essere (abitudini). Una di queste abitudini si “nasconde” dietro gli svariati tentativi per cercare di raddrizzare la schiena.
Queste restrizioni limitano i nostri movimenti rendendoli più faticosi e, di conseguenza, qualsiasi attività sportiva desideriamo intraprendere ne risente.
L’allenamento e le gare sono le tipiche situazioni in cui abbiamo bisogno di economia d’azione e dell’assenza di tensioni superflue che interferiscono con l’equilibrio, con la coordinazione, con la percezione delle nostre condizioni interne (per esempio, non notare che stiamo tendendo le spalle o trattenendo il respiro) e delle circostanze esterne (le distanze possono sembrare più lunghe o il tempo insufficiente).
La Tecnica Alexander aiutandoci a eliminare le tensioni superflue, a migliorare la nostra consapevolezza cinestetica, l’equilibrio e la coordinazione è utilizzata nell’insegnamento di molti sport – equitazione, corsa, nuoto, golf e arti marziali – sempre con notevoli benefici.
Molti atleti olimpici specializzati in varie discipline hanno usato la Tecnica Alexander per migliorare aspetti della loro funzionalità come la respirazione, la libertà e l’agilità nei movimenti, l’equilibrio, per affrontare situazioni stressanti, per guarire da dolori e lesioni.
Imparare ad usare bene il proprio corpo non ha nulla a che fare col mantenere la schiena dritta.
Percy Cerutty, famoso allenatore di Atletica Leggera americano, negli anni 1950 scrisse in una lettera al suo insegnante di Tecnica Alexander:
La Tecnica Alexander dovrebbe essere uno studio obbligatorio per tutti gli atleti che gareggiano. Lei mi ha insegnato molto riguardo all’uso corretto del corpo e io ho cercato di trasmetterlo ai miei atleti con un notevole risultato nell’eliminazione di difetti funzionali
Uno dei luoghi comuni di molti allenatori del passato era: “Se non riesci la prima volta prova ancora, ma con più olio di gomito” o qualcosa di simile.
La Tecnica Alexander, invece, ci insegna che i migliori risultati non si ottengono con gli sforzi: se non riusciamo subito, la cosa migliore da fare è provare un approccio differente, cioè fare meno, togliere tensioni e poi riprovare l’attività. Lo stesso principio vale per i differenti tentativi, o esercizi, volti a tentare di raddrizzare la schiena.
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