Riconoscimenti Scientifici
Il premio Nobel per la Medicina e la Fisiologia Nikolaas Tinbergen, durante la premiazione nel 1973 dedicò metà della sua orazione alla Tecnica Alexander:
Il cattivo uso e tutte le conseguenze psicosomatiche – piuttosto somatopsichiche che ne derivano – devono essere considerate un effetto delle moderne condizioni di vita, di stress di origine culturale. I moderni etologi, allo stesso modo di Alexander e di W. Barlow, sono propensi a riscontrare nel cattivo uso cause fenotipiche (cioè individuali) piuttosto che genetiche. Mi preme raccomandarne l’adozione: si tratta di un metodo estremamente sofisticato per riabilitare l’armamento muscolare
Il premio Nobel per la Medicina e la Fisiologia Nikolaas Tinbergen, durante la premiazione nel 1973 dedicò metà della sua orazione alla Tecnica Alexander:
“Il cattivo uso e tutte le conseguenze psicosomatiche – piuttosto somatopsichiche che ne derivano – devono essere considerate un effetto delle moderne condizioni di vita, di stress di origine culturale. I moderni etologi, allo stesso modo di Alexander e di W. Barlow, sono propensi a riscontrare nel cattivo uso cause fenotipiche (cioè individuali) piuttosto che genetiche. Mi preme raccomandarne l’adozione: si tratta di un metodo estremamente sofisticato per riabilitare l’armamento muscolare”
F. Matthias Alexander ha offerto un contributo allo studio dei riflessi e dei movimenti volontari, considerando persistentemente ogni gesto come se riguardasse l’individuo nella sua integrità psicofisica. Muovere un passo non riguarda solamente questo o quell’arto ma la totalità dell’attività neuromuscolare di quel momento, ed in particolar modo della testa e del collo.
Sir Charles Sherrington (1857-1952), Neurofisiologo, premio Nobel per la Medicina nel 1932
“F. Matthias Alexander ha offerto un contributo allo studio dei riflessi e dei movimenti volontari, considerando persistentemente ogni gesto come se riguardasse l’individuo nella sua integrità psicofisica. Muovere un passo non riguarda solamente questo o quell’arto ma la totalità dell’attività neuromuscolare di quel momento, ed in particolar modo della testa e del collo.”
Sir Charles Sherrington (1857-1952), Neurofisiologo, premio Nobel per la Medicina nel 1932
Uno studio pubblicato nell’Agosto 2008 dal prestigioso “British Medical Journal” dimostra la validità della Tecnica Alexander nel combattere la lombalgia cronica.
I partecipanti dichiararono all’inizio della ricerca di sentire dolore alla schiena circa 21 giorni al mese.
Il risultato più eclatante, tra le diverse soluzioni proposte, si è presentato nei casi che hanno ricevuto una serie di 24 lezioni individuali di Tecnica Alexander.
A un anno dalla conclusione della ricerca i giorni di dolore ogni mese erano fermi a 3 contro i 21 di partenza.
Uno studio pubblicato nell’Agosto 2008 dal prestigioso “British Medical Journal” dimostra la validità della Tecnica Alexander nel combattere la lombalgia cronica.
I partecipanti dichiararono all’inizio della ricerca di sentire dolore alla schiena circa 21 giorni al mese.
Il risultato più eclatante, tra le diverse soluzioni proposte, si è presentato nei casi che hanno ricevuto una serie di 24 lezioni individuali di Tecnica Alexander.
A un anno dalla conclusione della ricerca i giorni di dolore ogni mese erano fermi a 3 contro i 21 di partenza.
L’Università di Bristol nel 2010 ha condotto una ricerca simile a quella pubblicata dal British Medical Journal.
I risultati suggeriscono che, per alcuni partecipanti a questo studio, la Tecnica Alexander può fare la differenza per quanto riguarda il modo con cui gestiscono il dolore. Molto significativamente abbiamo visto che ciò ha portato a una sostanziale riduzione al ricorso di cure contro il dolore.
L’Università di Bristol nel 2010 ha condotto una ricerca simile a quella pubblicata dal British Medical Journal.
“I risultati suggeriscono che, per alcuni partecipanti a questo studio, la Tecnica Alexander può fare la differenza per quanto riguarda il modo con cui gestiscono il dolore. Molto significativamente abbiamo visto che ciò ha portato a una sostanziale riduzione al ricorso di cure contro il dolore.”